Un’ O.P.E.R.A. a Forlimpopoli

Un’O.P.E.R.A. a Forlimpopoli di Marco Bartolini

Una delle novità dell’anno scolastico 2004/05 della Scuola di Musica Popolare di Forlimpopoli è O.P.E.R.A., un nuovo progetto di musica d’insieme. O.P.E.R.A. nasce da un’idea di Stefano Zuffi, trent’anni di carriera nel mondo della musica popolare ed antica che, dopo qualche anno di assenza, torna alla scuola che ha contribuito a fondare nelle vesti d’insegnante. A lui ho chiesto di descrivere, in poche battute, questo nuovo progetto.

Stefano, cosa si nasconde sotto la sigla O.P.E.R.A.?

O.P.E.R.A. non è altro che l’acronimo di O.rchestra P.opolare dell’E.milia e della R.omagna

O,P,E,R, ok, ma manca una A, qual è il significato dell’ultima A?

A.utogestita, ma potrebbe essere anche A.utofinanziata? A.utoreferenziata? A.utonoma o A.utomunita?……? Decidete voi.

Come, quando è perché nasce questo progetto?

La prima fase di questo progetto ha dato vita ad una serie di concerti nati dalla collaborazione tra la Pneumatica Emiliano Romagnola ed i piacentini Enerbia. Una collaborazione sviluppatasi in seguito alla pubblicazione della monografia sonora “Tribù Italiche Emilia Romagna” pubblicata da World Music Magazine. Questi spettacoli, che hanno riscosso successo di organizzatori e pubblico, sono stati la linea di partenza. Diciamo che le parole d’ordine erano e sono molteplici. Per riassumere potremmo dire che O.P.E.R.A nasce attorno al progetto di valorizzazione delle musiche e degli strumenti musicali presenti nella tradizione dell’Emilia e della Romagna… ma anche dall’attuale fusione, creolizazione, meticizzazione, ibridizzazione di musicisti e gruppi musicali…ma anche per tali e tante ragioni da rendere inutile perfino elencarle. E’ sufficiente cercarle nell’impellente e necessaria voglia di trovare, attraverso la musica tradizionale, le radici della nostra cultura.

Che tipo di impatto sonoro e quali obiettivi vorresti che avesse questa nuova formazione?

Sonore suggestioni piuttosto che smercio gratuito (o retribuito da mode e modelli) di una celticità a tutti i costi. Un’analisi delle forme e degli strumenti, degli stili e dei balli della tradizione dell’Emilia e della Romagna e il loro confronto e sovrapposizione con la musica celtica bretone, irlandese, galiziana…permanenze, coincidenze, differenze…

Esiste dunque, in musica, un’Emilia Romagna celtica?

Si, forse, sicuramente, ma non solo. La coppia piffero / musa della provincia di Piacenza ricorda da vicino quella bretone formata da bombarda / binju e la piva dal Carner (o piva dell’Appennino piacentino, parmense e reggiano) è indiscutibilmente una cornamusa del tipo ‘scozzese’ molto diversa da zampogne e simili e più noti strumenti italiani. Ma, nel repertorio dei violinisti dell’Appennino bolognese convivono la giga, nordica nel nome e nella struttura del ballo, con il salterello, più mediterraneo. E ancora la diffusione accertata della ghironda nel territorio, e così via…
In altre parole la cultura musicale della nostra regione è la risultante di un’ibridizzazione stratificata nei secoli.

Per chi e perché dunque O.P.E.R.A.?

L’attuale nuovo progetto/fase di OPERA e partito sull’ossatura dell’Orchestrona della Scuola di Musica Popolare; una decina di elementi ha iniziato un lavoro specifico sulla musica da ballo della regione: dal ballo saltato al liscio, dalla riviera adriatica alle valle piacentine, dal piffero alla piva emiliana all’organetto alla ghironda ai violini ….. Ma O.P.E.R.A. vuole essere spazio aperto, sala delle prove, per chiunque, esecutore o committente, abbia un progetto relativo ai suoni e ai temi in questione Un’Orchestra che si vuole porre e proporre come punto di riferimento per il popolo della danza, che percorre le tappe di uno studio gomito a gomito con ballerini, con musicisti tradizionali, che non si chiude nel ristretto di un gruppo, ma che tiene sempre la porta aperta. Per tutti.

Questo articolo è stato pubblicato sul numero di novembre del mensile “Il cuore della Romagna” che collabora con la nostra scuola e potete trovare tutti i mesi in ogni edicola della nostra regione

Author: smp

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