Tradizioni lontane

una tradizione che viene da lontano, da una terra affascinante…mi permetto di segnalarla agli appassionati come me di queste cose.
S’Ardia
Sedilo 6-7-17/07/2005

L’Ardia è una manifestazione che si perde nella memoria dei secoli: una sfrenata e temeraria corsa a cavallo che vuole rendere omaggio a Costantino Magno, l’imperatore romano che nel 312 d.C. sconfisse il pagano Massenzio, usurpatore di Roma, nella battaglia di Ponte Milvio.

Si narra che, prima dello scontro decisivo, al giovane imperatore apparvero due visioni: una croce con intorno la scritta IN HOC SIGNO VINCES “con questo segno vincerai” e, in seguito, Cristo stesso che gli ordinava di apporre tale segno sugli scudi dei suoi soldati.

Nel 313 d.C., Costantino promulgò l’Editto di Milano che accordò la libertà di culto ai cittadini dell’impero romano e pose fine alle persecuzioni contro i cristiani.
L’imperatore, con la sua politica liberale, contribuì in maniera notevole alla diffusione della religione cristiana che contava già un nutrito numero di proseliti e dopo la sua morte si diffuse un culto popolare nei suoi confronti.

Tra i riti a lui dedicati, la suggestiva Ardia di Sedilo si contraddistingue per la sua temerarietà e l’ardimento dei cavalieri e attesta in maniera inequivocabile la grande devozione dei sedilesi.

Il rituale, sempre identico, ha inizio nel momento in cui i tre capicorsa, radunatisi insieme agli altri cavalieri innanzi alla casa parrocchiale, ricevono dal sacerdote gli stendardi benedetti (Sas Pandelas): il primo di colore giallo oro, il secondo rosso, il terzo bianco.

Il parroco stesso, alcuni mesi prima, ha designato, desumendolo da un registro conservato in parrocchia secondo un ordine cronologico d’iscrizione, il nome del capocorsa (prima pandela), al quale spetta l’onore di guidare l’Ardia.
Egli viene affiancato in questo arduo, ma allo stesso tempo ambito, incarico da altri due cavalieri da lui scelti (sa segunda e sa terza pandela).
A questi ultimi ed alle scorte (sas iscortas) è affidato l’importante compito di impedire che il capocorsa venga superato dai restanti cavalieri, simboleggianti la paganità.

Il superamento de “sa prima pandela” rappresenterebbe la vittoria del paganesimo sul cristianesimo, oltre che un terribile affronto per gli alfieri.
Il vocabolo Ardia deriva, infatti, dal verbo bardiare che significa “proteggere, fare la guardia”.

Al termine della consegna degli stendardi, i cavalieri, guidati dal parroco e dal sindaco, preceduti dalla banda musicale e dai fucilieri che annunciano l’arrivo del corteo, attraverso le vie principali del paese e si dirigono verso il santuario, situato al centro di un anfiteatro naturale di rara bellezza.

Giunti a su Frontigheddu, promontorio sovrastante l’arco d’ingresso, i partecipanti alla corsa sostano il tempo necessario per ricevere la benedizione dal parroco.
D’un tratto, in modo imprevedibile e inaspettato, sa prima pandela, seguita dal resto dei cavalieri, si lancia in una corsa sfrenata e mozzafiato.
In una manciata di secondi, carichi di tensione e di profonda emozione, percorrendo un tratto di terreno impervio e malagevole, il gruppo raggiunge il santuario e, lentamente, vi compie intorno un numero imprecisato di giri che, generalmente, varia da cinque a sette.
L’emozione si riaccende di colpo quando, a gran velocità, i cavalieri si precipitano verso sa muredda, un muretto circolare al centro del quale si trova una croce.
L’Ardia si conclude quando, ancora una volta con impeto repentino, il gruppo ripercorre il tratto di terreno che separa sa muredda dal santuario.

Dopo la celebrazione della Messa, l’intero corteo, seguito dalla folla entusiasta, si dirige verso il paese e raggiunge la casa del parroco, dove ha luogo la cerimonia della riconsegna degli stendardi.

La mattina seguente si ripete il cerimoniale della sera precedente, ma stavolta l’atmosfera è più intima e raccolta.

Il giorno dell’ottava, infine, si svolge, con lo stesso rituale dell’Ardia a cavallo, l’Ardia a piedi a cui partecipa un gran numero di giovani che hanno la possibilità di rendere i dovuti onori a colui che con la sua opera diede un svolta alla storia del cristianesimo.

Maggiori info:
http://www.santuantinu.it/
http://www.iloisedilo.org/

Author: smp

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