GINEVRA DI MARCO – Canti, Richiami d’amore a Forlimpopoli

[b]Già 120 prenotati per il concerto di Ginevra, si prospetta il pienone! La biglietteria sarà aperta alle 19,30. I prenotati dovranno ritirare i biglietti entro le 20,30.

Un consiglio a tutti… venite per tempo!

Vi ricordiamo che, alle 18,00 presso il Circolo Arci I BEVITORI LONGEVI – via del Castello Forlimpopoli, Ginevra, accompagnata dal marito Francesco, compagno in musica ma anche nella vita, presenterà il DVD: “L’anima della terra vista dalle stelle”, spettacolo scritto ed interpretato a quattro mani “e due teste” da Ginevra stessa e Margherita Hack

AGLI INTERVENUTI LA SMP ED I BEVITORI LONGEVI OFFRIRANNO UN BUONO RIDUZIONE (non cumulabile con altra scontistica) PER IL CONCERTO DELLA SERA[/b]

Circolo ARCI I Bevitori Longevi
Scuola di Musica Popolare di Forlimpopoli

presentano

[b][size=medium][color=FF3300]SALA ARAMINI FOLK CLUB & BEVITORI LONGEVI in trasferta[/color][/size][/b]

TEATRO VERDI
Piazza Fratti – Forlimpopoli

17 Gennaio 2013 Ore 21

[b][size=medium][color=FF3300]Ginevra Di Marco
&
l’orchestra da camera Stazioni Lunari
Canti Richiami d’amore[/color][/size][/b]

Canti, richiami d’amore è un excursus tra la canzone d’autore e quella popolare;
brani tratti dal cantautorato italiano di qualità e dalla secolare produzione delle varie
regioni d’Italia, scelti per significato evocativo e morale. Canzoni legate all’anima e
alla sfera più intimista, spirituale, canzoni alla ricerca delle tematiche più importanti,
la difesa dei più deboli, l’amore, la felicità.
Un concerto che vuole coinvolgere il pubblico
in un’onda emotiva continua.
Lo spettacolo sarà diviso in due parti: nella prima, Ginevra di Marco alla voce,
Francesco Magnelli al pianoforte e magnellophoni, Andrea Salvadori alla chitarra
classica, allo tzouras e all’elettronica, presenteranno il nuovo cd, composto da
capolavori quali La sposa di Giuni Russo, Brace dei C.S.I, Montesole dei P.G.R,
Sidun di Fabrizio De Andrè, L’Ombra della luce di Franco Battiato, Nuena nuena di
Enzo Avitabile, insieme a classici della tradizione popolare, quali i toscani Storia del
107, Cinquecento catenelle d’oro, e Tumbalalaika, tradizionale yiddish.

Nella seconda parte, meno rigorosa e più aperta al gioco con il pubblico, Ginevra
insieme ai suoi musicisti interpreterà un insieme dei brani che l’hanno resa nota al
grande pubblico in questi anni, soprattutto nella sua carriera solista, dal tradizionale
toscano La leggera a Malarazza di Domenico Modugno, da Gracias a la Vida di
Violeta Parra ad Amandoti dei CCCP.

Info: www.musicapopolare.net
e_mail: marcobartolini65@gmail.com
tel: 338 3473990

Biografia
Ginevra Di Marco appare nel 1993. E’ una voce defilata, quasi impercettibile in un disco a suo modo epocale, quel Ko De Mondo che avvia nel migliore dei modi l’avventura C.S.I.
Quanto la sua presenza sia fin da subito importante e non solo dal punto di vista musicale lo decreta il successivo In Quiete, testimonianza live che vede la Di Marco assurgere prepotentemente al ruolo di comprimaria. A questo punto è già molto più che una voce: il timbro dolce e carnale, la chiarezza dello stile, una passione senza risparmio, tutto in lei sembra accadere come un ideale contrappunto alle asperità della band. E’ la nota mancante, quella che alleggerisce e assolve, il calore e il colore di cui il nuovo corso del sodalizio Ferretti-Zamboni con Magnelli, Canali e Maroccolo aveva bisogno per sbocciare definitivo.
Da allora, tanto su disco che sul palco, Ginevra agirà in prima linea, appena un passo indietro rispetto a Giovanni Lindo di cui è ombra luminosa, altro inseparabile, respiro segreto. Le composizioni iniziano a strutturarsi anche attorno a lei, proprio come il materiale pregresso che trova attraverso la sua voce nuovi sbocchi espressivi: una grazia pietosa, in virtù di una memoria sempre viva. Ginevra accoglie e assume su di sè il gravoso pathos ferrettiano per restituirlo intenerito, caldo, umano. Ne indaga l’aspetto terreno, ne rivela la trepida spiritualità: Linea Gotica (1996), Tabula Rasa Elettrificata (1997) e La terra, la guerra, una questione privata (1998) sono i capitoli di una band all’apice.
Intanto nasce e si consolida l’intesa tra Ginevra e Francesco Magnelli, mente compositiva della band, tastierista e pianista estroso, sempre in cerca di aperture e di nuove modalità espressive.
Il sodalizio frutterà dapprima una curiosa escursione ‘cinematografica’ (la sonorizzazione del film muto Il Fantasma dell’Opera) e quindi, finalmente, Trama Tenue (1999), il debutto in solitario di Ginevra, un disco che è planare spirito e precipitare carne come fosse il più naturale dei gesti. Al plauso della critica corrisponderanno il Premio Ciampi e il Tenco come miglior artista esordiente.
Risale a questo periodo l’intensificarsi della collaborazione con Max Gazzè, conosciuto in occasione del progetto-tributo al grande musicista inglese Robert Wyatt. Oltre a vedersi reciprocamente partecipi in Max Gazzè e Trama Tenue, Max e Ginevra suonano spesso insieme, si conoscono meglio e scoprono che i loro mondi, apparentemente così lontani, in realtà hanno molto in comune.
Nello stesso periodo esce, su etichetta Il Manifesto, il primo disco dal vivo di Ginevra dal titolo Concerto n. 1 – Smodato Temperante (2001), testimonianza del tour semiacustico dell’anno precedente. Le circostanze live spingono a scavare dentro le melodie e i suoni, cercandone i riverberi più nudi e segreti, indagando lo spazio e l’energia che cova tra l’avvenire elettrico ed acustico, l’intima coesione tra voce e strumento. Ginevra si gioca la carta della voce sul tavolo della canzone, con disarmante semplicità, senza alcun compiacimento. Lascia che la canzone vinca la posta, in modo che anche canzoni non sue come Khorakhanè (di De Andrè) o Ederlezi (tradizionale rielaborato da Bregovic) sembrano letteralmente nascerle dentro.
Il 29 giugno del 2001 gli ex CSI, escluso il dimissionario Massimo Zamboni, si ritrovano insieme sul palco di Montesole, sul crinale dell’appennnino che vide l’eccidio di Marzabotto, per un concerto dedicato alla memoria di Don Dossetti. Quel giorno, quella magica sera è documentata in Montesole (2003) – nascono in pratica i PGR (acronimo di Per Grazia Ricevuta). Il debutto della nuova entità avviene nel 2002 con l’omonimo album su etichetta Universal. L’organico dei PGR ricalca quello dei CSI tranne naturalmente Zamboni, ma le sonorità si spostano con decisione verso l’elettronica, previa l’arte esotica e raffinata del produttore francese Hector Zazou.
Ginevra è ormai a tutti gli effetti uno dei motori del gruppo, compone le melodie cui presta una voce sempre più duttile, ulteriormente arricchita dalle calde sfumature acquisite dall’essere diventata mamma. Ancora incinta di Jacopo, accetta di accompagnare Max Gazzè in un tour nei teatri che li vede impegnati da gennaio a marzo del 2002. Successivamente si imbarca nell’avventura dello spettacolo teatrale Iris (ispirato ad un racconto dello spagnolo Manuel Rivas). Esperienze che le permettono di entrare in contatto con artisti, generi e forme di diversissima estrazione, realtà a cui sembra adattarsi con splendida naturalezza.
Nel 2004, assieme a Magnelli, lascia i PGR per seguire altre direzioni. Si arriva così a Disincanto (2005), frutto dolciastro dal cuore amaro, undici episodi di grande versatilità. La coerenza del percorso di Ginevra rimane intatta, non si disperde e continua a spianare la sua narrativa luminosa e appassionata, impreziosendola di ombre e sfumature, di scatti e giustapposizioni. Raccoglie cioè il frutto di tutte quelle esperienze che le hanno insegnato il mestiere dell’essenzialità e della floridezza, l’imprevedibile complessità dei margini, il peso specifico delle sfumature, la complessità dello stare al mondo, su questo mondo, in questo tempo.
Nei due anni successivi Ginevra si dedica quasi esclusivamente alla grande esperienza musicale e di vita intrapresa con Stazioni Lunari. La natura itinerante del progetto, ideato da Francesco Magnelli, le permette di allargare ulteriormente gli orizzonti. Conosce nuova musica e nuovi musicisti, impara a comprendere ed a interagire con altre situazioni trovando finalmente quel terreno fertile (da sempre desiderato) in cui la musica è l’unica vera protagonista. Inizia il suo nuovo grande viaggio: quello che passa per la tradizione e i canti popolari. Arriva così a registrare Stazioni lunari prende terra a puerto libre, uscito nel Novembre 2006. Canti dal margine della Storia, da un mondo profondo e dimenticato: Romania, Ungheria, Grecia, i Balcani, gli Slavi, i Rom, il Portogallo, la Bretagna, il Messico, il Cile, gli italiani del Sud e quelli di Toscana. Arrangiamenti e rivisitazioni volti a coinvolgere il pubblico con il calore ed il sapore delle feste di paese, delle danze, della musica cantata dalla gente. Da sempre.
Nello stesso solco si inserisce Donna Ginevra (2009), ancora un viaggio nel profondo delle tradizioni e dei margini, recuperando brani come frammenti di Storia più o meno sommersa e dimenticata. Passando da Napoli a Cuba, dalla Bretagna al Lazio, dalla Toscana al Cilento e ai Balcani, la voce di Ginevra si conferma interprete a tutto tondo sposando con trasporto e generosità il vitalismo delle proteste popolari, le doglianze e le meditazioni sulla difficile arte di stare al mondo, i volti diversi e complementari dell’amore. Da sottolineare infine l’inclusione in scaletta di due pezzi firmati Tenco e Pino Daniele, quasi si intendesse additare quel legame tra canzone d’autore e vita ad altezza d’uomo un tempo saldissimo e oggi parecchio più labile, o se preferite astratto.
La produzione artistica del ‘solito’ Francesco Magnelli determina arrangiamenti ingegnosi ma essenziali, rispettosi ma senza timore reverenziale, suggerendo una progressione che sa di ritorno a casa, a quel retroterra vivo, radicato tra cuore e memoria, che da sempre distingue la cifra espressiva di Ginevra.
E’ del 2011 l’ultimo lavoro discografico dal titolo “Canti,richiami d’amore”. Nato da un esperienza live, ovvero il concerto di Natale 2010 presso la basilica di Santa Croce con cui la città di Firenze ha voluto omaggiare la cittadinanza, il disco è una registrazione studio in presa diretta di quest’esperienza. Canti, richiami d’amore è un excursus tra la canzone d’autore e quella popolare; brani tratti dal cantautorato italiano di qualità e dalla secolare produzione delle varie regioni d’Italia, scelti per significato evocativo e morale. Canzoni legate all’anima e alla sfera più intimista, spirituale, canzoni alla ricerca delle tematiche più importanti, la difesa dei più deboli, l’amore, la felicità.

di Stefano Solventi

Author: smp

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